Che siate pronti o no, è in arrivo un nuovo boom di app. Nei prossimi tre anni, vedremo la creazione di un miliardo (sì, un miliardo) di nuove applicazioni... e questo grazie all'AI generativa.
L'AI generativa accelera lo sviluppo di app attraverso la generazione di codice AI e l'automazione di altre fasi, inclusa, in particolare, la generazione di casi di test utilizzati per verificare la funzionalità, un processo tradizionalmente molto lungo.
Gli strumenti e gli ambienti di sviluppo basati sull'AI stanno aiutando gli sviluppatori di app a lavorare meglio, semplificando le attività ordinarie e liberando larghezza di banda per una maggiore innovazione.
Tuttavia, in mezzo all'attesa, è bene mettere in guardia le aziende: più nuove app vengono incorporate nei workflow quotidiani, maggiori sono i rischi che si corrono se qualcosa va storto.
Nello sviluppo del software, un'applicazione resiliente si riprende rapidamente da interruzioni o guasti imprevisti, con un impatto minimo o nullo sulla produttività.
Ma in che modo le aziende possono valutare se le applicazioni sono resilienti?
La risposta sta nei requisiti non funzionali, o NFR. A differenza dei requisiti funzionali, che si riferiscono a ciò che un sistema deve fare, i requisiti non funzionali sono criteri per le prestazioni e le funzionalità di un sistema.
Quando si valuta la resilienza delle applicazioni, sono sei i tipi di NFR che contano di più:
Comprendere i principali requisiti non funzionali è solo metà della battaglia: l'altra è l'attuazione di misure per tracciare gli NFR.
Oggi, molte aziende lavorano alla cieca, senza alcuna visibilità o con una visibilità parziale sul proprio stato di resilienza. Ad esempio, in un caso recente, un utente finale ha provato ad accedere a un'applicazione basata su cloud che mostrava una disponibilità di "cinque 9", cioè disponibile al 99,999% in un determinato periodo di tempo. Eppure l'app non ha funzionato come previsto.
Il colpevole, a quanto pare, era un problema tecnico di rete che ha sospeso l'usabilità dell'app. Avere informazioni sull'usabilità, oltre che sulla disponibilità, avrebbe potuto aiutare l'azienda a identificare e risolvere rapidamente il problema tecnico, tutelando l'esperienza dell'utente finale.
L'AI avrebbe potuto impedirlo.
Per esempio, IBM® Concert, la soluzione di resilienza di IBM, utilizza l'analisi in tempo reale basata sull'AI per valutare le applicazioni e fornire punteggi di resilienza in base a criteri relativi ai sei NFR. Fornisce inoltre consigli per risolvere i problemi e può automatizzare la correzione delle vulnerabilità ed esposizioni comuni (CVE) per una risoluzione più rapida e tempi di inattività ridotti.
Con l'avvicinarsi del boom delle applicazioni di AI generativa, le aziende non vedono l'ora di eliminare i rischi legati all'adozione di nuove applicazioni. Un approccio efficace alla resilienza consente di ridurre al minimo i tempi di inattività.
Semplifica la gestione delle applicazioni e ottieni insight fruibili generati dall'AI con IBM Concert, una piattaforma di automazione della tecnologia basata su AI generativa.
Collega la full stack observability con la gestione automatizzata delle risorse delle applicazioni per risolvere i problemi di prestazioni prima che influiscano sull'esperienza del cliente.
Scopri i servizi altamente innovativi di IBM Consulting per la gestione di ambienti complessi, ibridi e multicloud.