Originariamente teorizzata nel 1984 da Charles H. Bennett (del Centro di Ricerca IBM Thomas J. Watson) e Gilles Brassard, la quantum key distribution (QKD) è il tipo di crittografia quantistica più comune. I sistemi QKD non sono tipicamente utilizzati per crittografare dati sicuri, ma piuttosto per effettuare uno scambio di chiavi sicuro tra due parti, costruendo in modo collaborativo una chiave privata condivisa che può a sua volta essere utilizzata per i tradizionali metodi di crittografia a chiave simmetrica.
I sistemi QKD funzionano inviando singole particelle di luce fotonica attraverso un cavo in fibra ottica. Questo flusso di fotoni viaggia in un'unica direzione e ciascuno rappresenta un singolo bit, o qubit, di dati: zero o uno. I filtri polarizzati sul lato del mittente modificano l'orientamento fisico di ciascun singolo fotone in una posizione specifica e il ricevitore utilizza due beam splitter disponibili per leggere la posizione di ciascun fotone quando viene ricevuto. Il mittente e il destinatario confrontano le posizioni dei fotoni inviati con le posizioni decodificate e la tipologia che corrisponde diventa la chiave.
Per comprendere meglio il QKD, immaginate due persone, Alice e Bob, che devono stabilire una connessione sicura. Possono utilizzare il QKD per creare una chiave crittografica sicura inviando fotoni polarizzati su un cavo ottico a fibra. Non è necessario fissare il cavo perché ogni fotone avrà il proprio stato quantico randomizzato. Se qualcuno, chiamiamola Eva, dovesse origliare, Alice e Bob saranno sempre in grado di capirlo perché è impossibile osservare uno stato quantistico senza influenzarlo. In questo modo, i sistemi QKD sono considerati impossibili da hackerare. Se Bob e Alice rilevano un cambiamento negli stati quantistici dei fotoni, sapranno che Eve sta origliando. E se Eve sta origliando, Bob e Alice saranno sempre in grado di rilevarlo.
Sebbene gli vantaggi della QKD siano stati dimostrati sia in laboratorio che sul campo, ci sono molte sfide pratiche che ne impediscono un’adozione diffusa, in particolare i requisiti infrastrutturali. I fotoni inviati attraverso i cavi in fibra ottica si degradano su distanze comprese tra 248 e 310 miglia. Tuttavia, i recenti progressi hanno esteso la gamma di alcuni sistemi QKD in tutti i continenti attraverso l'uso di nodi sicuri e ripetitori di fotoni.