Grazie alla collaborazione pionieristica tra IBM e Atruvia, Java è ora un componente consolidato e pronto per la produzione del toolbox IBM zSystems. È un elemento che rinfresca significativamente l’ambiente IMS, preservandone le tradizionali qualità di performance e robustezza e consentendo al tempo stesso uno sviluppo più rapido grazie a competenze di programmazione più ampiamente disponibili e sostenibili. Permette inoltre agli sviluppatori di arricchire le funzioni di core banking esistenti in modo efficiente e a basso rischio.
"Riteniamo Java su IBM zSystems una tecnologia determinante per offrire un vantaggio competitivo ai nostri clienti", afferma Meyer. "Semplificando sviluppo e riutilizzo dei componenti esistenti, ci consente di fornire nuove funzionalità a una velocità più elevata e a costi inferiori, supportando i nostri clienti bancari che aspirano a introdurre più in fretta sul mercato nuovi servizi".
In effetti, Atruvia ha già abilitato Java nell’85% circa delle transazioni IMS di core banking, indicativamente 400 milioni di transazioni Java al giorno con un throughput di picco che raggiunge le 12.000 transazioni al secondo. Supportano queste transazioni business-critical dodici sistemi IMS con approssimativamente 200 milioni di istruzioni al secondo (MIPS).
Riducendo la complessità dell'ambiente applicativo, Java all'interno di IMS ha aumentato l'efficienza e le prestazioni delle transazioni di business end-to-end. In precedenza, l'elaborazione batch aziendale era gestita da una miriade di piattaforme. Ora, l'intera elaborazione, a prescindere dal linguaggio, può essere semplicemente integrata in un singolo passaggio batch combinando COBOL e Java.
Per giunta, gli sviluppatori Atruvia possono facilmente trasferire il codice Java nei propri ambienti, quello distribuito e IBM zSystems, in funzione della piattaforma che offre il miglior rapporto qualità-prezzo. Atruvia ad esempio ha ridotto la latenza grazie alla colocation di alcuni workload Java distribuiti sulla piattaforma IBM zSystems. "Dopotutto, zero I/O è l'I/O migliore", spiega Meyer. L'autore riferisce di un aumento triplice delle prestazioni grazie alla colocation di alcune app ad alta intensità di dati, anziché eseguirle attraverso la rete. Evidentemente, una migrazione totale al cloud non è l’unico percorso per la modernizzazione delle applicazioni.
Vanno inoltre considerate le economie interne ricavate spostando i workload Java da processori generici (GP) a IBM Z Integrated Information Processors (ZIIP), i cui costi di licenza sono inferiori. Malgrado il necessario incremento a livello di MIPS, considerato che Java consuma più risorse di COBOL i costi complessivi sono ridotti.
Altre efficienze derivano dalle ricche librerie Java che consentono ai programmatori di evitare di scrivere codice personalizzato per funzioni comuni quali compressione e decompressione dei dati. Allo stesso modo, Atruvia è in grado di integrare software Java di terze parti nel proprio ambiente IBM zSystems, evitando praticamente del tutto lo sviluppo interno. E man mano che sulla piattaforma diventeranno disponibili nuove funzioni crittografiche, per la compressione o il collegamento in rete basate su hardware, Java for IBM zSystems fornirà alle applicazioni un accesso trasparente alle nuove funzionalità.
"Fornendo sistemi di core banking a oltre 800 banche con decine di milioni di utenti finali, non possiamo transigere su prestazioni e affidabilità, né possiamo permetterci di introdurre rischi nelle nostre pratiche di sviluppo", afferma Meyer. "IBM zSystems con IMS rimane la nostra scelta strategica in quanto è la piattaforma di nostra conoscenza più sicura e affidabile e offre prestazioni eccezionali per i nostri sistemi di core banking. Con Java in IMS, abbiamo il meglio di entrambi i mondi".