Che cos'è il low-code?

Una programmatrice discute di strategia con il collega davanti a un laptop in nuovo ufficio

Che cos'è il low-code?

Il low-code è un approccio visivo allo sviluppo di software che abilita una consegna rapida delle applicazioni con minima scrittura di codice.

L'interfaccia utente grafica e le funzionalità di trascinamento di una piattaforma low-code automatizzano gli aspetti del processo di sviluppo, eliminando la dipendenza dagli approcci tradizionali alla programmazione informatica. Le piattaforme low-code democratizzano lo sviluppo delle app, particolarmente per gli sviluppatori "non addetti ai lavori" (ovvero utenti business con poca esperienza formale nel coding, come ad esempio analisti di business o responsabili di progetto).

Questi strumenti permettono agli utenti non tecnici di avere un impatto di business più ampio in diversi modi, ad esempio alleggerendo i backlog del reparto IT, riducendo lo shadow IT e aumentando la proprietà sui flussi di lavoro di business process management (BPM).

Ma le piattaforme di sviluppo low-code aiutano anche i programmatori più esperti. Poiché richiedono poca o nessuna esperienza di coding, consentono infatti una maggiore flessibilità nel background di coding di uno sviluppatore. Alcune applicazioni aziendali, ad esempio, richiedono la conoscenza di uno specifico linguaggio di programmazione, restringendo ulteriormente la selezione degli sviluppatori. Eliminando questo collo di bottiglia, le piattaforme low-code riducono il ciclo di vita dello sviluppo dell'applicazione, permettendo di ottenere di più in meno tempo.

La pandemia da COVID-19 ha aumentato la necessità di automatizzare i processi aziendali e di dare priorità alle iniziative di trasformazione digitale. Le piattaforme low-code rispondono a questa esigenza, in quanto aiutano a semplificare i flussi di lavoro e ad accelerare i progetti di automazione.

Secondo Gartner, il mercato globale delle tecnologie di sviluppo low-code sarebbe dovuto aumentare del 22,6%, raggiungendo i 13,8 miliardi di dollari, nel 2021. Poi, entro il 2023, si prevedeva che oltre il 50% delle aziende medio-grandi avrebbe adottato una piattaforma applicazioni low code secondo l'ultimo Magic Quadrant Report.

Un modello low-code promuove lo sviluppo rapido delle applicazioni, rendendo l'esperienza dell'utente più accessibile. Sia gli sviluppatori non addetti ai lavori che quelli professionisti traggono vantaggio dalle funzionalità di base, come un Integrated Development Environment (IDE) visivo, connettori dati e/o API integrati e modelli di codice. Tutte queste funzionalità degli strumenti low-code migliorano il processo DevOps, liberando tempo per l'innovazione.

Low-code versus no-code

Forrester distingue i prodotti low-code da quelli no-code in base agli utenti finali target. Sebbene le piattaforme applicative low-code (LCAP) abbiano un'ampia sfera di azione e siano rivolte sia agli sviluppatori professionisti che ai non addetti ai lavori, possono comunque richiedere alcune capacità di coding. Pertanto, le piattaforme applicative low-code servono principalmente sviluppatori a tempo pieno e part-time. I prodotti no-code, invece, si rivolgono specificamente agli utenti aziendali, consentendo loro di creare applicazioni personalizzate anche senza capacità e conoscenze specialistiche di sviluppo.

Simile al low-code, una piattaforma di sviluppo no-code (NCDP) consente agli utenti di creare applicazioni aziendali tramite interfacce drag-and-drop invece della tradizionale programmazione con coding manuale. Sia le piattaforme low-code che quelle no-code sono costruite per accelerare l'automazione dei processi e ottenere la scalabilità degli stessi.

Lo svantaggio principale delle piattaforme no-code è che, sebbene possano ridurre l'IT ombra, possono anche aprirgli le porte. Se gli utenti aziendali sviluppano e modificano software senza supervisione del reparto IT, possono crearsi flussi di lavoro aggiuntivi per garantire il rispetto degli standard di prestazioni, sicurezza e conformità.

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