Wirkner e il team PUMA sono molto soddisfatti dei risultati del progetto. Il time to value è stato rapido. Dalla progettazione alla messa in funzione, il progetto ha richiesto appena sei mesi, un tempo che si è prolungato quando la pandemia ha messo fuori gioco uffici e personale.
"Penso che sei mesi siano un periodo buono per un progetto così grande, soprattutto perché dovevamo implementare nuovo hardware, dispositivi di rete e altro ancora", afferma Wirkner. "Insieme ad ARS e agli esperti Db2 del software lab di IBM a Toronto, abbiamo avuto il team perfetto per dare vita alla soluzione".
Altrettanto positivi sono i numeri relativi alle prestazioni. PUMA ha utilizzato script di test in Apache JMeter per simulare un numero crescente di utenti che accedono al database attraverso le proprie applicazioni. I test di carico hanno rilevato che il cluster PureScale a quattro server supportava un numero di utenti superiore da quattro a cinque volte rispetto a prima. Con una scalabilità fino a 128 server, PUMA dovrebbe essere pronta per qualunque cosa riservi il futuro digitale.
Anche la disponibilità è migliorata grazie a numerose funzioni pureScale. Consente di aggiornare i server senza mettere offline il sistema e un server in avaria fa sì che un altro membro si faccia carico del suo workload.
Allo stesso modo, la manutenzione ordinaria del software può essere eseguita con i pacchetti di correzioni online senza alcun impatto sul sistema. "Questa è davvero una funzione eccezionale, non devo più chiedere tempi di inattività di un cluster di produzione", afferma Wirkner. "Posso applicare i pacchetti di correzioni rapidamente senza interrompere l'attività".
Maggiore velocità, scalabilità e disponibilità del database per potenziare i microservizi — PUMA ha tratto questi vantaggi da pureScale. Ora tutto è pronto per garantire un'innovazione digitale più rapida.