"Per i nostri clienti e fornitori, la tracciabilità alimentare sta diventando sempre più importante", spiega Adrian Antonello, general manager di Antonello Produce. "Le persone vogliono sapere da dove proviene il loro cibo, in particolare in Australia, dal momento che negli ultimi cinque o dieci anni abbiamo avuto una serie di problemi di sicurezza alimentare, alcuni dei quali hanno causato danni importanti."
Avendo notato questa tendenza, Antonello Produce voleva fornire ai propri clienti alimenti di alta qualità e sostenibili di cui potessero fidarsi. In particolare, l'azienda stava progettando di lanciare un nuovo marchio East Fresh, che avrebbe unito i deliziosi prodotti coltivati dai suoi partner agricoli con record di tracciabilità basati su blockchain, rendendo più semplice verificare la filiera e la provenienza di qualsiasi frutta o verdura.
Naturalmente, riunire e condividere queste informazioni sulla coltivazione e sui trasporti non era un'impresa facile. "Ci sono già alcune aziende che fanno qualcosa del genere in Australia", osserva Antonello. "Ma in un modo molto più arcaico, più elementare di quello che stavamo cercando di fare noi. Volevamo realizzare qualcosa che non dipendesse dai documenti cartacei e che fosse molto più trasparente e accessibile alle persone che hanno bisogno di vederlo."
Questo passaggio dai processi basati su documenti cartacei ai workflow digitali non solo ridurrebbe gli attriti aziendali, ma renderebbe anche le informazioni sui prodotti più facilmente disponibili a tutte gli stakeholder di Antonello Produce, inclusi produttori, distributori, rivenditori e consumatori. E se dovesse verificarsi un problema, questo nuovo approccio faciliterebbe ulteriormente l'identificazione, l'isolamento e il richiamo dei prodotti in questione.
"Non è una cosa che accade tutti i giorni", chiarisce Antonello. “Il cibo che trattiamo è incredibilmente sicuro e un prodotto avariato non arriverà mai al rivenditore. Ma potrebbe verificarsi un evento una volta ogni 100 o 300 giorni legato a qualche tipo di contaminazione esterna o ad altri fattori che potrebbero influire sulla salute di una persona."
Oltre alla semplice sicurezza, avere accesso a queste informazioni aiuterebbe anche i consumatori e i rivenditori a prendere decisioni più intelligenti e sostenibili dal punto di vista ambientale quando si tratta di scelta degli alimenti.
"Abbiamo visto un numero crescente di persone che vogliono sapere da dove provengono geograficamente i loro alimenti", aggiunge Antonello. "Credo che le persone si preoccupino sempre di più dei chilometri percorsi dagli alimenti e dell'impatto energetico e ambientale di ciò che mettono nel piatto. Viene coltivato, confezionato e consegnato localmente? È a 1.000 chilometri di distanza? Questo sta già influenzando le abitudini di acquisto dei consumatori."