Fino alla metà degli anni '70, il codice informatico era considerato implicito nel funzionamento dell'hardware del computer e non una proprietà intellettuale unica soggetta alla protezione del copyright. Le organizzazioni programmavano il proprio software e la condivisione del codice era una pratica comune.
La Commissione sui nuovi usi tecnologici delle opere protette da copyright fu istituita nel 1974 e concluse che il codice del software era una categoria di lavoro creativo adatta alla protezione del copyright. Ciò ha alimentato la crescita dell'editoria indipendente di software come settore, con il codice sorgente proprietario come fonte primaria di entrate. Quando il personal computing ha portato le applicazioni su tutte le scrivanie delle aziende e in molte famiglie, il mercato del software è diventato intensamente competitivo e gli editori di software sono diventati sempre più attenti alle violazioni dei loro diritti di proprietà.
Una sorta di ribellione contro le restrizioni e le limitazioni del software proprietario è iniziata nel 1983. Il programmatore Richard Stallman si opponeva all'idea che gli utenti non potessero personalizzare il software proprietario nel modo che ritenevano più opportuno per svolgere il proprio lavoro. Stallman riteneva che “il software dovesse essere libero, come la parola, non la birra”, e sosteneva l’idea di un software liberamente disponibile per la personalizzazione.
Stallman ha fondato la Free Software Foundation e ha guidato lo sviluppo di un'alternativa open source a varie applicazioni, tra cui il sistema operativo Unix di proprietà di AT&T. Ha anche innovato la prima licenza software copyleft, la GNU General Public License (GPL), che richiedeva a chiunque migliorasse il suo codice sorgente di pubblicare la versione modificata affinché fosse disponibile per tutti.
Il saggio di Eric S. Raymond del 1997, intitolato “La cattedrale e il bazar”, è considerato un'altra svolta nel movimento del software libero. Raymond contrapponeva l'approccio chiuso e dall'alto verso il basso tipico dello sviluppo di software proprietario, in cui tutto lo sviluppo era gestito da un gruppo centrale (che egli chiamava “la cattedrale”), allo sviluppo pubblico aperto e liberamente condiviso su Internet (il “bazar”). Poco dopo, Netscape Corporation rilasciò il codice del suo browser Mozilla come open source e il movimento open source acquisì legittimità.
Poiché molti ritenevano che il termine “software libero” di Stallman enfatizzasse in modo inadeguato la “gratuità” come valore principale del software, nel 1999 è stato adottato il termine “open source”. L'Open Source Initiative è stata creata per sostenere tutto ciò: l'organizzazione ha anche stabilito le regole di base per l'industria attraverso la definizione di open source e ospita licenze open source conformi. Oggi, i termini software libero, software open source, software libero e open source e software libero o libero-open source si riferiscono tutti alla stessa cosa: software con codice sorgente disponibile per l'uso pubblico e la personalizzazione.