I test sul campo dei dispositivi Samsung sono stati eseguiti in condizioni di combustione controllata in Spagna e continuano in tutto il mondo. Per supportare la crescita del progetto, il team Prometeo ha collaborato con gli sviluppatori IBM per prendere l'applicazione monolitica originale e sfruttare i benefici derivanti dallo sviluppo cloud-native. L'app è stata suddivisa in una manciata di microservizi per gestire esigenze specifiche quali l'elaborazione dei dati e la creazione della dashboard.
I vantaggi di questo approccio sono molteplici. "Ogni microservizio può essere codificato nel linguaggio migliore per il lavoro, che sia Python o Node JS", afferma Upkar Lidder, IBM Developer Advocate per Call for Code. "Significa anche che in caso di errori di manutenzione o di esecuzione del codice, solo un singolo componente va in crash, non l’intera applicazione. Ora che abbiamo più sviluppatori che lavorano sul progetto, purché ciascuno lavori solo su un microservizio alla volta, c’è meno pericolo che uno sviluppatore sovrascriva il codice di un altro."
Ognuno di questi microservizi è ora ospitato nel proprio contenitore Docker gestito da IBM Cloud Kubernetes Service. Questo semplifica la gestione dell'infrastruttura man mano che l'applicazione si espande e facilita il processo di portabilità dell'applicazione da un ambiente all'altro.
"Con la tecnologia IBM Cloud possiamo scalare facilmente. Esistono data center in tutto il mondo, quindi possiamo mantenere i dati in modo sicuro in ogni regione", afferma Valero.
Inoltre, il team di Prometeo ha contribuito con un progetto open source chiamato Pyrrha (link esterno a ibm.com) alla Linux Foundation (link esterno a ibm.com), in modo che altri possano contribuire e aiutare a implementare la soluzione in nuove sedi. "Ci sono molte persone che hanno bisogno di questa tecnologia e ogni contributo è importante", afferma Valero. Alcuni degli obiettivi a breve termine includono l'analisi dell'esposizione alle tossine nel tempo e l'aggiornamento delle funzionalità dello smartphone.
Con l'attuale smartwatch impostato, ogni vigile del fuoco è in grado di monitorare la propria esposizione alle tossine. "In genere, i vigili del fuoco non sono tra i primi a farsi da parte", dice Valero. "Quindi penso che sia importante per loro vedere sullo smartwatch quando lo stato è rosso."
In definitiva, l'obiettivo è quello di avere una piattaforma aperta e flessibile che consenta alle stazioni dei vigili del fuoco di includere i propri requisiti, in modo da poter creare le strategie per salvaguardare i propri pompieri.
"Ci aspettiamo che i big data mostrino prove reali dell'effetto del fumo, tenendo conto delle condizioni fisiche e dell'esposizione cumulativa di ciascun vigile del fuoco", afferma Valero.