Millennials come Brand Ambassador in IBM Italia: un'esperienza di Design Thinking

I Millennials, termine con il quale comunemente si indicano i nati tra gli anni ‘80 e il 2000, rappresentano la fascia d’eta più grande della storia dopo i Baby Boomers. Entro il 2020, i Millennials saranno circa il 50% della forza lavoro statunitense ed entro il 2030, il 75 per cento della forza lavoro globale1 . Si tratta di numeri molto significativi se si considera che sono diventati l’elemento chiave per accelerare cambiamenti in vari ambiti, da quello lavorativo a quello dei consumi. I Millennials sono stati i primi ad essere completamente digitali e interconnessi: nel nostro paese sono circa 11 milioni e usano in media più di due ore al giorno i device per usi differenti2.

Nel 2015 tre Millennials americani, da poco assunti in IBM, hanno creato la community interna “Millennial Corps”, ora composta da più di 5000 dipendenti di varie età provenienti da 65 paesi, che dialogano in una piattaforma interna su tematiche prioritarie per l’azienda, sul brand IBM e sul futuro delle nuove generazioni. La community è in grado di portare queste proposte concrete all’attenzione del management attraverso un sistema di “Ambassador” presenti su base locale.

Passione, energia e coinvolgimento dei colleghi contraddistinguono questo gruppo. La sessione di Design Thinking “bold ideas incubator”, organizzata durante il Watson Summit a Milano, ha rappresentato un momento privilegiato per l’ideazione di nuovi progetti su tematiche di Brand e Advocacy con 56 partecipanti tra Millennials di IBM coinvolti come facilitatori e partecipanti, studenti delle Università milanesi e IBM senior. La sessione di Design Thinking è stata introdotta da Luca Altieri, Direttore Marketing e Comunicazione, con una panoramica sulla storia di IBM e sull’evoluzione della comunicazione e del brand in IBM e relativi esempi. Successivamente Nicolò Lorenzoni, Technical Sales, ha presentato il percorso scolastico e le esperienze maturate all’estero che lo hanno portato poi a iniziare la sua carriera tecnica in IBM. Federico Accetta e Paolo Malavolta, IT Specialist, hanno poi introdotto la sessione di lavoro del Design Thinking spiegando ai vari facilitatori dei tavoli esercizi e modalità di esecuzione degli stessi.

Ho avuto modo di collaborare direttamente in uno dei quattro tavoli di lavoro come facilitatore sul Brand, essendo anche Ambassador per l’Italia all’interno della community internazionale. L’esperienza è stata molto positiva perché ogni partecipante ha trasmesso entusiasmo e innovazione nelle varie fasi di creazione dell’idea in un’atmosfera informale, seguita anche da alcune testate televisive che hanno ripreso i momenti più rilevanti della giornata. La metodologia classica di Design Thinking è stata “user-centrica”, vale a dire focalizzata su due particolari tipologie di utenti della fascia d’età Millennial, rappresentativi del Brand e dell’Advocacy con l’obiettivo di generare maggior valore e trasferirlo alle idee finali. Ognuno dei quattro team ha elaborato e discusso idee e suggerimenti, dando prova di sviluppare la propria creatività e generare proposte innovative e fuori dagli schemi.

Alla fine della sessione di Design Thinking, un Millennial IBM e uno studente hanno presentato per ogni gruppo le bold ideas alla giuria composta dal Direttore HR Andrea Raimondi, da quello del Digital Services Group Nicola Losito, dall’ Executive Assistant del nostro General Manager, Federica Tamburri, e dallo stesso Luca Altieri.

Le quattro idee innovative messe in luce rispondevano a criteri fondamentali come il gradimento degli attori coinvolti, la fattibilità e la sostenibilità economica e sono ora in fase di elaborazione da parte dei team di marketing e risorse umane di IBM Italia.

1 Fonte: Studio “Myths, exaggerations and uncomfortable truths”, IBM Global Business Services, Gennaio 2015
2 Fonte: Rapporto Italia Eurispes 2017

30 giugno 2017

Chiara Bozzolino, Performance Marketing Manager



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